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Curiosità, testimonianza, onestà intellettuale: i ferri del mestiere del giornalista. Domenica a Stampa Romana il premio Ivan Bonfanti

Fuggire dalla guerra, scappare dalla Russia per evitare la leva obbligatoria: la scelta di oltre un milione di giovani dall’inizio del conflitto in Ucraina, esuli ora disillusi, a volte costretti dalla povertà a tornare indietro.

Le guerre sono anche storie come questa e il buon giornalismo le racconta, al di là delle verità delle propagande belliche, delle veline e delle spettacolarizzazioni embedded.

Una storia scritta per il Domani da Manuela Iaccarino, che domenica alle 11, nella sede di Stampa Romana, in piazza della Torretta 86, riceverà il premio Ivan Bonfanti.

Sarà un’occasione anche per fare qualche riflessione su informazione e conflitti, sul confronto spiazzante tra media tradizionali e social, un corto circuito che rischia di travolgere la professione se non saprà difendere la propria credibilità con gli antichi ferri del mestiere: la curiosità, la testimonianza diretta e l’onestà intellettuale.

Siamo orgogliosi di ospitare anche quest’anno il premio Bonfanti, che i familiari di Ivan continuano ad animare per ricordarlo, un tributo alla passione per le storie e l’umanità di un cronista che se ne è andato troppo presto.  Ma siamo anche grati per questa opportunità di aprire una finestra sull’impegno di tanti colleghi che credono nella nostra professione e la onorano.  Anche nelle scorse edizioni sono state premiate inchieste di assoluto valore. Ne cito solo due, significative.

Sara Manisera e Daniela Sala  di Irpi Media sono state premiate nel 2024 per il loro lavoro sull’Iraq, senza acqua e con più malattie gravi per le sconsiderate campagne estrattive di petrolio, combustibile destinato anche all’Italia. Un’inchiesta meticolosa, documentatissima, coraggiosa, condotta sul campo e con risorse proprie dai colleghi. Eppure nessun giornale nel nostro paese la ha acquistata, probabilmente per non urtare la suscettibilità di ricchi investitori pubblicitari.

Nel 2023 fu premiata un’altra inchiesta di Irpi media, di Daniela Sala  e Ankita Anand, sulla tratta di braccianti indiani dal Punjab all’Agro Pontino, sfruttati prima dalle agenzie che si occupano dell’espatrio, con le quali si indebitano, e poi da caporali e imprenditori agricoli che possono contare su una rete di connivenze e omertà.  La schiavitù a due passi dalla Capitale, su cui pochi hanno voluto indagare a fondo, emersa poi con la drammatica morte di Satnam Singh, il bracciante orrendamente mutilato e morto perché il datore di lavoro non lo ha soccorso.

Lavori giornalistici che offrono, per il modo in cui sono stati realizzati e diffusi e i temi che affrontano, spunti di riflessione su molti dei problemi della nostra professione e del sistema dell’informazione.

 

Stefano Ferrante

Segretario dell’Associazione Stampa Romana

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